I raid dell’ICE nelle comunità, l’uso dei vuoti nella legge per avocare più poteri all’esecutivo, il ruolo degli avvocati conservatori. Intervista al professor Scott Cummings
“Quel che sta succedendo in California sembra tratto da un manuale dell’autoritarismo: creare una giustificazione legale per invocare maggiori poteri. Quelle di Los Angeles erano proteste sostanzialmente pacifiche fino all’invio della Guardia Nazionale. Trump le usa per capire fino a quando e dove può usare la forza per reprimere il dissenso affermando falsamente che sia in corso un’emergenza nazionale”. Scott Cummings, professore di etica legale all’Università della California, e ritiene invece che l’amministrazione stia usando la legge e i giuristi per cambiare le istituzioni da dentro, ne ha scritto in passato ed era difficile non porgli la domanda guardando a quanto succede in California. Abbiamo incontrato Cummings a Firenze, dove ha tenuto una serie di lezioni al Cosmos Lab, il centro per lo studio dei movimenti sociali della Scuola Normale Superiore. “Se guardiamo a quei processi di deriva autocratica di questi anni, mi pare che la strada scelta dai leader democraticamente eletti che mirano ad accumulare poteri non previsti dalle costituzioni non sia quella del colpo di stato vecchio stile, ma piuttosto l’utilizzo di quelli che appaiono come mezzi legali, individuando falle nell’ordine costituzionale. I nuovi autocrati sfruttano le lacune nel sistema per rimuovere qualsiasi controllo sul loro potere. Il percorso erode progressivamente gli argini posti a protezione della democrazia. Per incamminarsi su questa strada i leader autocratici hanno bisogno di avvocati e giuristi dalla loro parte”.
Perché è importante studiare il modo in cui la legge viene utilizzata contro lo Stato di diritto? Perché èimportante studiare e fare ricerca su questo argomento?
Se si guarda a ciò che viene definito “regresso democratico contemporaneo”, ovvero quei processi di deriva autocratica cui assistiamo, mi pare che la strada scelta dai leader democraticamente eletti che mirano ad accumulare potere totale e permanente non sia attraverso il colpo di stato militare vecchio stile, ma piuttosto attraverso quelli che appaiono come mezzi legali, individuando quelle falle nell’ordine costituzionale che consentono di espandere il potere e smantellare, o indebolire, i controlli istituzionali sul potere esecutivo. I nuovi autocrati non governano con la forza e sfruttano le lacune nel sistema costituzionale per rimuovere qualsiasi controllo sul loro potere. Il percorso erode progressivamente gli ostacoli posti a protezione della democrazia. Si tratta di una strategia legale che usa la legge, non di una strategia basata sulla forza. I leader eletti democraticamente possono convertire quel mandato democratico in potere permanente abbattendo le barriere istituzionali con mezzi apparentemente legali. Per incamminarsi su questa strada i leader autocratici hanno bisogno di avvocati e giuristi dalla loro parte, ed è per questo che in queste autocrazie emergenti c’è spesso una presenza di avvocati al vertice o attorno a questo. Victor Orban è un avvocato, il vicepresidente degli Stati Uniti è formato a Yale come avvocato. Gli avvocati dietro le quinte mettono la loro competenza per abbattere le barriere democratiche. avvocati sono estremamente importanti per la strategia.
Nei suoi lavori lei ha usato la campagna contro il “furto” elettorale del 2020 (Stop the Steal), quando Trump sostenne in piazza e nei tribunali di aver vinto le elezioni come un esempio di questa strategia.
Stop the Steal è uno tentativo disperato di usare e abusare, sottolineo abusare, le norme elettorali per ribaltare un’elezione regolare. Da quel ricavo due lezioni: che le leggi possono essere uno strumento per alimentare la sfiducia nella democrazia, che se non si hanno rivendicazioni legittime, si può inondare il sistema legale di casi falsi o inventati e accoppiarle a una campagna di disinformazione, convincendo così molte persone che esista un problema democratico e che questo vada affrontato attraverso poteri straordinari. La seconda lezione riguarda gli avvocati: tra i giuristi conservatori ce n’erano disposti a perseguire obiettivi radicali e antidemocratici e a oltrepassare i limiti legali e professionali per servire un leader che mirava al potere autocratico. Il tentativo è stato un fallimento perché non era ben progettato. È stato fatto all’ultimo minuto e senza il sostegno politico per realizzarlo, ma chi lo ha tentato ha imparato lezioni fondamentali da quell’esperienza per sviluppare una strategia di governo per il 2025.
Negli Stati Uniti c’è una lunga storia di attacchi all’idea di elezioni eque utilizzando le leggi dei singoli Stati. C’è una macchina giuridica conservatrice che lavora da prima dell’avvento del presidente Trump nel 2016.
È così, c’è una rete di giuristi conservatori al lavoro da decenni, ma il 2020 mi pare essere la fine di qualcosa e un nuovo inizio. Il movimento conservatore come lo abbiamo tradizionalmente inteso è nato negli anni ’70 come reazione al movimento per i diritti civili. La parte dei giuristi è nata negli anni ’80 per contrastare il successo degli avvocati liberal che hanno usato le battaglie per allargare la sfera dei diritti i diritti. Per circa 30 anni, questi giuristi conservatori hanno condotto normale conflitto politico: volevano abolire le leggi sui diritti civili, ribaltare la sentenza Roe Vs Wade e rendere illegale l’aborto. Si trattava di obiettivi non condivisibili ma legittimi, perseguiti con strumenti legali e politici. Un punto di passaggio è l’amministrazione Obama, quando l’infrastruttura conservatrice esistente si radicalizza e lavora per riorientare il sistema politico, allontanandolo dagli standard democratici.
L’altro elemento di contesto è che all’interno del movimento conservatore, anche prima dell’amministrazione Obama, c’era già stata una crescente campagna di disinformazione tesa a minare l’integrità delle istituzioni democratiche, in particolare le elezioni. Si tratta di una storia complicata il cui asse centrale è la polarizzazione negli Stati Uniti e la diffusione di idee estreme. A destra si diffondono teorie del complotto, e una di queste che ha per certi rimodellato la politica USA sia stata la teoria secondo cui le elezioni non sono credibili, che c’è una frode sistematica, in particolare negli Stati chiave, e che ha giustificato una serie di leggi statali che tendono a rendere più complicato l’esercizio del diritto di voto (per le minoranze, ndr). Dunque, all’inizio dell’era Obama coesistevano questa infrastruttura di giuristi di destra e un movimento crescente che utilizzava la disinformazione per promuovere strategie legali fondamentalmente antidemocratiche. Questi due movimenti sono poi confluiti nell’opposizione a Obama. L’esempio più significativo di questa convergenza è il movimento che suggeriva che egli non fosse cittadino statunitense per nascita. Queste forze sono poco visibili ma attive da tempo e per questo quando Trump sostiene che le elezioni sono state rubate molti sono pronti a credergli e ci sono già un sacco di avvocati pronti a intentare cause che ritengono siano utili all’ala più radicale del movimento conservatore. È sorprendente che si siano trovati tanti avvocati disposti a presentare denunce che nella stragrande maggioranza non avevano alcun fondamento e a spingere il Paese al limite di un colpo di Stato. Non ha funzionato, ma dal fallimento hanno imparato lezioni su come farlo funzionare alla prossima occasione.
Lei sostiene che l’Ordine degli Avvocati (American Bar Association) possa svolgere un ruolo in questo scontro…
Ci sono un paio di lezioni da trarre dal 2020. Il movimento MAGA ha imparato che affinché un piano funzioni servono avvocati che lavorano nelle istituzioni che siano disposti a impegnarsi a fondo per apportare le modifiche legali e le argomentazioni giuridiche necessarie per minare le fondamenta dello Stato di diritto, screditare le elezioni, attaccare l’indipendenza della burocrazia, piegare la professione legale a un disegno politico. Per questo professionisti fedeli al 100% a Trump. Nel 2020 ce n’erano, ma erano marginali. Gli avvocati della burocrazia federale hanno contribuito a fermare il disegno trumpiano. Per questo nel 2025 si selezionano avvocati disposti ad attuare esattamente il volere del presidente che lui vuole. Tradotto: stanno ideando e redigendo ordini esecutivi, molti dei quali sono palesemente incostituzionali. Gli avvocati delle istituzioni dovrebbero avere standard più elevati e rispondono all’interesse pubblico non consigliare ed eseguire piani illegali. L’altra lezione del 2020 è che gli avvocati che nel 2020 che hanno violato le regole sono stati tutti accusati dall’ordine degli avvocati di violazioni etiche, e i principali artefici hanno sostanzialmente perso la loro licenza, anche se i loro casi sono ancora in varie fasi di appello.
Nel 2020 si trattava del risultato elettorale, oggi della burocrazia pubblica, del giusto processo e delle espulsioni di persone attuate senza rispettare la legge. Il precedente del 2020 dovrebbe essere usato dall’Ordine e applicato agli avvocati che ora lavorano per il governo federale e che stanno redigendo, progettando e attuando attacchi allo Stato di diritto che sono palesemente illegali e incostituzionali. L’ordine professionale degli avvocati può svolgere un ruolo importante in un momento critico, togliendo l’abilitazione a chi si presta a questo disegno. Tornando al punto di partenza: se questo progetto autocratico si appoggia anche sugli avvocati come facilitatori.
Certo, la reazione dell’amministrazione si farà sentire ma qual è l’alternativa? L’ordine degli avvocati è già nel mirino dell’amministrazione. All’American Bar Association sono stati ritirati i fondi federali e revocato il privilegio di intervistare e valutare i candidati alla magistratura, come è stata consuetudine negli ultimi cento anni. Quindi c’è già stata una campagna contro l’American Bar Association. Il fratello della procuratrice generale Pam Bondi è candidato alla presidenza dell’Ordine degli Avvocati di Washington, D.C., uno degli ordini più potenti degli Stati Uniti perché ha la supervisione professionale degli avvocati che lavorano presso il Dipartimento di Giustizia. Se l’estrema destra ottenesse il controllo dell’ordine degli avvocati, smetterà di perseguire casi in cui gli avvocati violano i loro codici – a livello statale è già successo in Florida. Quindi, la mia opinione è che sia imperativo per l’ordine degli avvocati anticipare questo attacco alla sua legittimità istituzionale e agire finché c’è ancora tempo. Si tratta solo di capire se è possibile stravolgere gli ingranaggi di questa macchina, rallentarla, rendere di dominio pubblico la questione. Sulla base degli esempi di altri paesi a rischio autocrazia, rimanere in silenzio, cercare di mantenere un profilo basso, alimenti il declino democratico.
L’attacco agli studi legali, come alle università o alle istituzioni culturali (i musei di Washington, ad esempio) è precedente a qualsiasi presa di posizione dell’Ordine degli avvocati.
Finora sono stati emessi sette ordini esecutivi contro studi legali senza che questi abbiano commesso qualche tipo di comportamento scorretto o abuso professionale, senza alcuna prova o fondamento. Fa parte del copione. La maggior parte degli ordini esecutivi presidenziali alimenta la narrazione secondo cui ci sono stati abusi nel sistema che è necessario correggere. Nel caso degli ordini contro gli studi legali, la tesi è che gli avvocati sono corrotti e che vadano puniti. Ma ciò che fanno realmente è favorire la corruzione tra i ranghi degli avvocati dell’amministrazione Trump, perché impediscono agli studi legali coinvolti di intentare cause contro il governo per contestarne la condotta scorretta. Uno degli aspetti sottovalutati è che questi studi legali occupano una posizione molto particolare nel sistema democratico complessivo, perché, come tutti sappiamo, rappresentano le grandi aziende, ma a differenza di qualsiasi altro studio legale in qualsiasi altra parte del mondo, rappresentano gratuitamente anche persone che non possono permettersi servizi legali e organizzazioni non governative che difendono i diritti fondamentali e i valori democratici, come la American Civil Liberties Union (ACLU). Queste organizzazioni hanno finito per affidarsi fondamentalmente a questi grandi studi legali per fornire loro servizi legali pro bono nei loro casi che contestano l’eccesso di potere del governo. L’ACLU ha intentato una serie di cause lo Stato federale per il trattamento illegale degli immigrati, le detenzioni e le espulsioni e, normalmente, gli studi legali si sarebbero buttati a capofitto su questi casi, fornendo decine di migliaia di ore gratuite. Lo scopo di questi ordini è in parte quello di impedire che ciò accada, alcuni studi legali che hanno sostanzialmente stipulato accordi con l’amministrazione che prevedono che non dedicheranno risorse pro bono ai clienti immigrati. Ora, solo queste associazioni, grazie al lavoro gratuito degli avvocati, e gli Stati hanno risorse sufficienti per sfidare il governo federale in tribunale. Quindi penso che uno degli obiettivi principali di questi ordini sia rendere più difficile la possibilità di accettare casi contro il governo federale. C’è già di studi legali che smettono di accettare casi pro bono perché non vogliono finire nel mirino del governo e perdere clienti a causa di sanzioni.
Riassumendo, si tratta di misure palesemente incostituzionali contro cui diversi studi hanno intentato causa con successo, mentre altri si sono adeguati. Il risultato positivo è che c’è stata una rivolta della comunità legale contro gli studi che hanno fatto accordi: avvocati che lasciano gli studi, clienti che cambiano avvocato.
L’idea di saturare l’aria con narrazioni su qualcosa sembra essere uno dei modi principali di questa strategia.
Questo è un punto chiave. Confrontiamo quanto accade negli Stati Uniti con ciò che è accaduto ad esempio in Ungheria, che è una sorta di modello. Con una maggioranza di due terzi del parlamento Orban ha potuto modificare le norme rispettando il percorso legale. Ora, se si tratti di leggi conformi all’Unione Europea e alla Corte dei Diritti Umani è un’altra questione, ma quel che Trump sta facendo è diverso, al fine di ammantare di legalità azioni fondamentalmente illegali crea una narrazione. Una delle funzioni chiave di questi ordini esecutivi è in realtà quella di pubbliche relazioni: il modo in cui sono intitolati e i fatti in essi contenuti, si ricollegano a quella narrazione che Trump propone sin da quando si è candidato nel 2016 e che veicola l’idea che gli immigrati siano criminali, stupratori e spacciatori, che ci sia un’invasione che richiede un’azione militare. Si tratta di affermazioni false che vengono utilizzate per invocare l’autorità per perpetrare espulsioni incostituzionali e saltando il giusto processo. Lo stesso vale per questi ordini contro gli studi legali. La logica di utilizzare la disinformazione per coprire azioni illegali vale in molti ambiti. Lo si vede con gli ordini degli studi legali perché, come ho già detto, essi sostengono che gli avvocati di questi studi hanno violato una sorta di legge o dovere professionale senza alcuna giustificazione, e poi utilizzano questa falsa affermazione per dare l’autorità di punire.
Il terzo esempio riguarda le università, anche in quel caso accuse false di antisemitismo e discriminazione causate dai programmi di Diversità, equità e inclusione giustificano azioni illegali, come trattenere fondi già stanziati per la ricerca e minacciare di revocare l’esenzione fiscale e i visti agli studenti stranieri senza alcuna motivazione. Questa strategia di disinformazione è insita in tutte queste azioni, viene utilizzata per giustificare quelle che sono fondamentalmente azioni illegali.
Questo, credo, distingua il modo di agire di Trump rispetto a figure simili che almeno all’inizio seguono percorsi legali. Negli USA contemporanei si ammanta di legalità quel che non lo è sui social media al fine di giustificare le azioni dell’amministrazione.
E quali sono i limiti e gli antidoti a questa deriva?
Molte cose che davamo per scontate non erano basate su leggi scritte ma basavano sul rispetto di norme e consuetudini, e quando qualcuno non è più disposto a rispettarle, le cose possono precipitare abbastanza rapidamente. Qui siamo a violazioni della legge, al non rispetto di sentenze dei tribunali e del diritto costituzionale alla libertà di espressione, all’idea di superare lo ius soli. La strategia è continuare a spostare i confini del lecito e guadagnare tempo. Il gioco sembra essere quello di “prova a prendermi”: cercheranno di non arrivare a giudizio perché sanno che perderebbero. Sul tema della cittadinanza sanno che perderanno anche davanti alla Corte Suprema, quindi allungano i tempi per spaventare le persone e reprimere il dissenso. Perché se le persone non pensano che i loro diritti saranno rispettati, se pensano di non potersi rivolgere ai tribunali per farli rispettare, allora eviteranno di battersi per paura. Cittadini statunitensi sono stati fermati alla frontiera, gli avvocati degli studenti detenuti sono stati fermati alla frontiera e perquisiti senza alcun motivo se non quello di intimidirli. Quando si spinge oltre i limiti della legalità, si inizia con le persone più vulnerabili, gli immigrati clandestini, gli immigrati che sono qui con visti che possono essere facilmente revocati sulla base di dichiarazioni false o fuorvianti e di cattiva condotta, e poi ci si spinge oltre.
Credo che negli Stati Uniti la resistenza democratica sia già in ritardo perché sono intervenuti molto rapidamente e con molta forza, cogliendo la gente di sorpresa. Agire rapidamente di fronte a queste manovre autocratiche è fondamentale, e credo che sia necessario un intervento trasversale a diversi settori della società. In altre parole, gli avvocati svolgono un ruolo fondamentale nella resistenza, perché sono centrali in questo progetto autocratico. Nei Paesi che hanno subito questo tipo di processi si è assistito a un’azione collettiva da parte degli avvocati. In Pakistan, nel 2008, in Polonia dopo il 2015, lo si è visto di recente in Israele, con le leggi che hanno modificato l’indipendenza della magistratura, lo si è visto in Messico con la modifica del diritto costituzionale dell’anno scorso. Quindi, l’azione collettiva degli avvocati è importante in una certa misura, e negli Stati Uniti è mancata soprattutto, e credo che parte di ciò sia, ancora una volta, paura, ritorsioni, fattori economici: questi grandi studi legali sono fondamentalmente istituzioni a scopo di lucro e non vogliono mettere a repentaglio i propri profitti. Tuttavia, credo che ci siano stati un numero crescente di esempi individuali e collettivi di azioni collettive nella professione che ora, a mio avviso, stanno iniziando a prendere piede.
Siamo in un centro studi sui movimenti sociali, e ciò che sappiamo sui movimenti sociali e sulla resistenza democratica è che lo slancio è importante, le persone devono sentire che c’è speranza di cambiamento, e questa speranza deve basarsi su esempi di persone che agiscono coraggiosamente e si oppongono a queste potenti forze. Giovani avvocati e studenti di giurisprudenza che lasciano gli studi che si allineano, si tratta di un potente messaggio simbolico che nel tempo può avere un impatto economico su studi che si basano fondamentalmente sul talento, sul capitale umano. Ci sono stati giudici che si sono espressi e hanno condannato gli attacchi ad altri giudici e gli attacchi alle norme del giusto processo. Ci sono state dichiarazioni collettive da parte di alcune facoltà di giurisprudenza e presidi di giurisprudenza. Questi esempi di coraggio collettivo e individuale si stanno moltiplicando.
Naturalmente servirebbe una mobilitazione più ampia. Durante il primo mese della presidenza di Trump del 2016, milioni di persone hanno protestato e questa volta non è successo. Ora la protesta sta crescendo e deve andare avanti per avere la possibilità di tornare a votare in maniera regolare tra tre anni perché se si guarda ad altri Paesi in cui sono state intraprese azioni simili a quelle di questi mesi negli Stati Uniti, il quadro non è rassicurante.
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