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2025-10-02

Israele e Palestina alla Summer School su guerra, pace e ordine mondiale

Un panel con Albanese, Caridi e Della Porta

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(Questo è un resoconto sintetico della sessione pomeridiana della Summer School “War, Peace and the World Order” tenutasi a Palazzo Strozzi dal 29 settembre al 3 ottobre 2025. Altri resoconti e articoli saranno pubblicati nei prossimi giorni sulla pagina di Cosmos.)

In un certo senso, la sessione pomeridiana del secondo giorno della Summer School dedicata a Palestina e Israele, è arrivata in un momento perfettamente in linea con l’attualità. La relatrice speciale dell’ONU per i Territori Palestinesi Occupati, Francesca Albanese, e Paola Caridi, studiosa e autrice che ha ampiamente studiato e scritto di Hamas, della questione palestinese e della regione in generale, hanno offerto approfondimenti e contesto rispetto alla notizia della proposta di piano di cessate il fuoco a Gaza promosso da Trump. Purtroppo la professoressa Anna Foa, che pure avrebbe dovuto prendere parte a questa sessione di lavoro e avrebbe aggiunto una prospettiva diversa, non ha potuto essere presente.

È in questo contesto che Albanese e Caridi, introdotte dalla professoressa Donatella Della Porta, hanno tenuto le loro lezioni: “L’architettura globale dell’ingiustizia” (Albanese) e un’analisi approfondita della storia e degli sviluppi recenti di Hamas (Caridi). Diverse delle questioni toccate sono in qualche modo in relazione con quelli che appaiono essere come i punti controversi della proposta di piano per Gaza.

La Relatrice speciale Francesca Albanese ha esordito sottolineando che le violazioni del diritto internazionale nella guerra di Gaza sono un problema enorme anche al di là di quanto lei stessa definisce “genocidio”, perché danno l’impressione che il principio del “potere ha ragione” sia diventato la nuova normalità. Permettere che ciò accada mina la struttura dell’ONU più di quanto non sia già stata minata.

Albanese ha inoltre osservato come ciò che sta accadendo a Gaza rappresenti un’accelerazione della storia e che, se lo shock seguito al 7 ottobre è comprensibile, la reazione israeliana fa parte di un percorso che era già in atto: i coloni e gli insediamenti esistevano già e stavano portando verso una pulizia etnica. Quando non ci sono obiettivi militari dichiarati o la volontà di limitare i danni, questo è ciò che accade. (Netanyahu ha citato la Bibbia, riferendosi ad Amalek, il nemico da annientare).

Albanese ha sottolineato come la disumanizzazione del popolo palestinese fosse già presente prima del 7 ottobre: i palestinesi sono soggetti a leggi e pratiche militari, vivono in una sorta di Panopticon, costantemente osservati tramite tecnologie hi-tech, postazioni militari, coloni, e vivono in una condizione permanente in cui devono chiedere il permesso per ogni cosa, dalla costruzione di una casa all’apertura di un’attività.

Ha inoltre ricordato come nel suo ultimo rapporto – “From economy of occupation to economy of genocide evidenzi come molte aziende stiano traendo profitto dalla guerra a Gaza, assistendo uno Stato che commette atti illeciti, e come alcune delle loro azioni siano illegali secondo il diritto internazionale. Esistono precedenti in cui le corporazioni sono state incriminate per simili violazioni.

Albanese ha lodato le autorità locali di Ravenna, che hanno bloccato la spedizione di esplosivi verso Israele dal porto, dopo la mobilitazione dei portuali e della società civile, in conformità con la legge italiana sull’export, import e transito di armi.

Ha concluso sottolineando che, pur non essendo perfetto, il diritto internazionale va applicato: Israele sta facendo cose che lo violano chiaramente, ma il problema è la giustiziabilità. Infine, Albanese ha evidenziato come questo momento rappresenti anche una prova per le libertà nelle democrazie occidentali, dove l’accusa di antisemitismo è stata usata per limitare proteste e libertà civilitema su cui la prof.ssa Della Porta ha scritto ampiamente – notando come la guerra a Gaza abbia ripercussioni anche a livello internazionale.

Paola Caridi ha tenuto una lezione approfondita sulla storia di Hamas e sulla sua leadership nei diversi momenti, spiegando come Hamas sia intrecciato al tessuto sociale di Gaza per ragioni non solo religiose o ideologiche. Senza comprendere il ruolo di Hamas nella fornitura di servizi sociali e assistenza, non si spiega la vittoria alle elezioni legislative del 2006, che non fu solo una protesta contro l’Autorità Palestinese.

Alcuni momenti chiave individuati da Caridi:

  • Il colpo di mano a Gaza delle Brigate Ezzedine al-Qassam nel giugno 2007, dopo il quale Hamas si è territorializzato. Questo è anche il momento in cui viene meno il ruolo di mediazione dei prigionieri, spesso centrali per il prestigio acquisito durante la detenzione.
  • Un altro punto di svolta è l’elezione di Yahya Sinwar come leader di Hamas a Gaza, ex detenuto liberato nel 2011 nello scambio per il soldato israeliano Gilad Shalit. Sotto la sua guida, Hamas ha rafforzato il suo controllo su Gaza.
  • Le diverse anime di Hamas: quella a Gaza, in Cisgiordania, nei campi profughi all’estero, e tra i prigionieri. Ogni segmento ha vissuto esperienze diverse e sviluppato atteggiamenti differenti. Con l’elezione nel 2017 dell’ex leader di Gaza, Ismail Haniyeh, a capo dell’Ufficio Politico di Hamas, e la guida di Sinwar a Gaza, il segmento della Striscia diventa più influente che mai. Aumenta anche il peso dell’ala militare, che diventa una sorta di quinto segmento della leadership. Con il tempo, cresce la disconnessione tra la leadership in esilio e quella presente a Gaza.

Caridi collega tutto ciò al 2024, spiegando l’attacco del 7 ottobre con la paura di Hamas che l’Arabia Saudita potesse aderire agli Accordi di Abramo, la mancanza di leve per ottenere uno scambio di prigionieri (gli ostaggi), il rilancio della causa nazionale palestinese e la crescente pressione israeliana sul complesso di Haram al-Sharif. Ha anche sottolineato come Hamas si aspettasse un intervento di Hezbollah e Iran, che però non è arrivato.

Commentando il piano di cessate il fuoco proposto da Trump, Caridi ha messo in evidenza l’estrema incertezza attuale: non si sa chi prenda le decisioni, né quali siano le posizioni delle varie anime della leadership ancora in vita. Caridi ha anche sottolineato che, oltre alla mancanza di una prospettiva verso la creazione di uno Stato, il piano sbaglia a prevedere un disarmo totale. In situazioni simili in altri paesi, i gruppi armati firmatari di accordi di pace vengono spesso assorbiti nelle forze dell’ordine o nell’esercito. Il problema di Hamas e Gaza è che non sono uno Stato, né un’istituzione riconosciuta, quindi ciò non sarà possibile.

 

News

Publications

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Journal Article - 2023

Resisting right-wing populism in power: a comparative analysis of the Facebook activities of social movements in Italy and the UK

Niccolò Pennucci
This paper aims to present a comparative study of the civil society reaction to right-wing populism in power through social media, by looking at cases in Italy and the United Kingdom.

Journal Article - 2023

Emotions in Action: the Role of Emotions in Refugee Solidarity Activism

Chiara Milan
This article investigates the different types of emotions that result from participation in refugee solidarity activism, investigating how they change over time and to what extent they explain why individuals remain involved in action in spite of unfavorable circumstances.

Journal Article - 2023

‘Love is over, this is going to be Turkey!’: cathartic resonance between the June 2013 protests in Turkey and Brazil

Batuhan Eren
This study addresses the question of why and how a protest can inspire individuals in distant countries. Taking the June 2013 protests in Turkey and Brazil as cases, it investigates the reasons why the Turkish protests were framed as one of the inspirational benchmarks by some Brazilian protesters.

Journal Article - 2023

Mutual aid and solidarity politics in times of emergency: direct social action and temporality in Italy during the COVID-19 pandemic

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From the spring of 2020, the COVID-19 pandemic and the social distancing measures introduced created a series of social problems and needs that were partially addressed in Italy as well as in other countries by grassroots mutual aid initiatives. While many of these initiatives were strongly rooted in the Italian social movement and civil society landscape and the choice to engage in mutual aid activities was the result of long years of reflection and planning, the article shows how strongly the temporality of emergency affected the nature of these initiatives, their development and their outcomes, in particular with regard to the extraordinary number of people who volunteered and their relationship with politicisation processes.

Monograph - 2023

Populism and (Pop) Music

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The book provides a detailed account of the links between production of popular culture to the rise of populism and contributes to studies on populism and popular culture in Italy, using a comparative approach and a cultural sociology perspective

Monograph - 2022

Labour conflicts in the digital age

Donatella della Porta, Riccardo Emilio Chesta, Lorenzo Cini
From Deliveroo to Amazon, digital platforms have drastically transformed the way we work. But how are these transformations being received and challenged by workers? This book provides a radical interpretation of the changing nature of worker movements in the digital age, developing an invaluable approach that combines social movement studies and industrial relations. Using case studies taken from Europe and North America, it offers a comparative perspective on the mobilizing trajectories of different platform workers and their distinct organizational forms and action repertoires.

Monograph - 2022

Resisting the Backlash: Street Protest in Italy

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Drawing interview material, together with extensive data from the authors’ original social movement database, this book examines the development of social movements in resistance to perceived political "regression" and a growing right-wing backlash.

Journal Article - 2021

Learning from Democratic Practices: New Perspectives in Institutional Design

Andrea Felicetti
Drawing from literature on democratic practices in social movements and democratic innovations, the article illustrates three ways to advance institutional design in the wake of the systemic turn.

Journal Article - 2021

Populism between voting and non-electoral participation

Andrea Pirro & Martín Portos
The article focuses on a neglected aspect of populist mobilisation, i.e. non-electoral participation (NEP), and elaborates on the extent to which populist party voters engage politically outside the polling station. While challenging common understandings of populism as inherently distrustful and apathetic, and protest as an exclusive practice of the left, the study critically places NEP at the heart of populism in general, and populist right politics in particular.