Lo stato dell’arte in materia di detenzione dei migranti e del lavoro fatto per contrastare abusi e trasformare questa realtà. Un incontro tra ricerca e attivismo
Venerdì 11 aprile
L’obiettivo del seminario è fare luce sul fenomeno spesso invisibile della detenzione della popolazione migrante, al fine di mantenere alta l’attenzione su una problematica che, nelle sue molteplici manifestazioni, sembra essere in continua aggravamento. La prima parte dell’incontro, che si terrà al mattino, sarà dedicata a un’analisi dello stato attuale della situazione. Nella seconda parte, l’evento si concentrerà sulle pratiche di trasformazione della realtà, per discutere le esperienze di successo e valutare in che misura tali pratiche possano essere ampliate e diffuse.
I punti di contatto tra la realtà dell’imprigionamento e quella della migrazione sono molteplici. Le ragioni di queste molteplici intersezioni sono da ricercare nella graduale trasformazione della migrazione in un fenomeno osservato e trattato come criminale. La progressiva criminalizzazione della migrazione inizia in maniera legalmente strutturata in Italia già con la legge Martelli del 1990, dove spunta per la prima volta l’idea – ancora embrionale – di quella che poi diventerà la detenzione amministrativa. Quest’ultima prenderà successivamente forma con la legge Turco-Napolitano del 1998, segnando l’inizio di un progressivo inasprimento delle condizioni e dei tempi della detenzione amministrativa.
L’uso della carcerazione per la criminalizzazione della migrazione non si ferma alla detenzione amministrativa all’interno dei confini nazionali. L’esternalizzazione delle frontiere e in particolare gli accordi nazionali ed Europei con paesi terzi hanno favorito la costruzione di centri di detenzione e veri e propri lager per trattenere i migranti al di fuori dei confini europei.
Questa situazione va di pari passo con una crescente repressione della solidarietà alla migrazione, che si è inasprita particolarmente nel corso degli ultimi dieci anni e che colpisce, con il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sia gli attivisti che i migranti stessi, agendo con tempestività e violenza in particolare sui cosiddetti ‘scafisti’ cioè coloro che timonano le imbarcazioni. Nuove ipotesi di reato sono state inserite in quasi tutte le legislazioni europee nelle forme di atti, pacchetti, decreti: in Spagna la Ley de Seguridad Ciudadana 2015, nel Regno Unito l’Immigration Act 2014, in Ungheria l’Anti-migrant Law 2015, in Francia la Loi Asile et immigration 2018, in Italia i Decreti sicurezza 2018.
Le forme di repressione e criminalizzazione della migrazione fin qui discusse possono essere definite orizzontali: esse sono dirette a colpire la mobilità sul territorio europeo ed extra-europeo e il fenomeno migratorio in quanto tale.
Il binomio migrazione e carcere è complesso: un’altra forma di repressione e criminalizzazione diretta contro i migranti è di tipo verticale, volta a colpire i migranti in quanto componenti di una classe povera (sub-proletaria, proletaria, operaia, disoccupata) e razzializzata. Nelle carceri italiane la popolazione di origine migrante è sovrarappresentata:
“al 31 marzo 2024 i detenuti stranieri nelle carceri italiane per adulti erano 19.108, pari al 31,3% del totale della popolazione detenuta, una percentuale in lieve calo rispetto agli anni precedenti.”
Questi dati sono da interpretare alla luce di una serie complessa di fattori, tra cui una vera e propria stabilizzazione dell’irregolarità, la selettività dei controlli da parte delle forze dell’ordine (fattori di profiling), e la difficoltà di accedere a misure alternative e permessi per la popolazione migrante.
Del binomio carcere e migrazione e delle diverse forme che assume la repressione nei confronti delle persone migranti discuteremo assieme alle attiviste della Brigata Basaglia – che si occupa, tra l’altro, di istituzioni totali e salute mentale – e del Circolo Arci Porco Rosso, che gestisce uno sportello per i diritti dei migranti, pubblica regolarmente il report ‘Dal mare al carcere’ sulla questione dei capitani, lottando per la loro scarcerazione.
Con la partecipazione di:
Eugenia Giovanna Campanella – Brigata Basaglia
Caterina Ieronimo – Arci Porco Rosso, Palermo
Beatrice Oliva – Brigata Basaglia
Sara Traylor – Arci Porco Rosso, Palermo
Anna Viani – Arci Porco Rosso, Palermo
Organizzatori: Chiara Milan, Angela Adami, Federico Alagna
28/03/2025
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